domenica 23 gennaio 2011

manifesto delle 100 tesi idealismo poststorico

IL CREPUSCOLO DÌ GIOVE

(gutta cavat lapidem)

MOVIMENTO DELL’IDEALISMO POSTSTORICO



Libertà-Solidarietà-Egualitarismo-Volontà-Infinito-Immortalità-Uomo

1) IL PENSIERO BASTANTE A Se STESSO è SPECULAZIONE

2) L’AGIRE BASTANTE A Se STESSO È SPONTANEA IDIOZIA

3) IL PENSIERO È IN FUNZIONE DELL’AGIRE PRATICO

4) L’AGIRE PRATICO È IL PRINCIPIO ED IL FINE DEL PENSIERO

Memini Meminisse Relatore Mario Paolo Lio






















 A tutti gli uomini,

 figli del nostro tempo



















PREMESSA
La lettura e l'eventuale discettazione sopra questa lista organica di tesi concatenanti devono tener conto della
difficoltà incontrata nel chiarire i nessi di significato che percorrono la stilazione di questo documento. Pertanto si
raccomanda di svolgere un'attentissima analisi di ogni singola tesi in rapporto alla configurazione globale e alla
sua medesima singolarità al fine di evitare eventuali incomprensioni e di conseguenza certe facili bollature che
vanificano il lavoro svolto. Sottolineo inoltre che il presente lavoro è suscettibile a ogni emendamento qualora i
lettori riscontrassero contraddizioni o confusioni di contenuti.
Detto ciò, spero in un favorevole giudizio critico in quanto il presente elaborato è la summa di una decennale
riflessione(corroborata da vari strumenti empirici e culturali acquisiti) che sta a fondamento di una nuova ,o
perlomeno innovativa, spinta alla messa in discussione dell'uomo d'oggi,dell'uomo di ieri e del probabile uomo di
domani.
Per questo ringrazio anticipatamente chi si avventurerà in questo flusso continuo d'idee che credo di aver
organicamente mostrato.









 Relatore

 Mario Paolo Lio












































STRUTTURA





Le 100 Tesi sono articolate in:
20 tesi propedeutiche all'IDEALISMO POSTSTORICO

Che a loro volta sono suddivise in due propaggini:
COGNIZIONE D'IDEALISMO
INDIRIZZI D'APPLICAZIONE
30 Tesi riguardanti lo sviluppo del processo che ha portato alla rivitalizzazione dell'idealismo nel periodo storico-
culturale definito esaustivamente “IL TEMPO DEL DISINCANTO”
Nello specifico ho puntualizzato 3 diramazioni:
Tesi 20-29 SVILUPPO STORICO CONTESTUALE
Tesi 30-39 CONTEMPORANEITÀ E IDEALISMO RIVISTO
Tesi 40-49 (vernacolari)SICILIA,SICILIANI,SICILIANITÀ
10 Tesi che trattano il rapporto tra IDEALISMO, SPECULAZIONE INTELLETTUALE e PASSIVITÀ

 dell.acquisizione dei contenuti valoriali
20 Tesi MANIFESTO ORIENTATIVO DELL'IDEALISMO POSTSTORICO
20 Tesi PROGETTUALITÀ E APPLICAZIONE PRATICA degli intenti idealisti propugnati nelle tesi
A seguire un elenco di aforismi,citazioni e riflessioni dell.animo catartico(tra cui l’afflato della Poetessa
dell’OltreUomo)


Inoltre:

-10 TESI ALFABETICHE SULLO STATO DÌ BASE IDEALPOSTSTORICO
-EPITAFFIO DÌ GIOVE
-LA NOTTOLA DÌ MINERVA E L'INFORMAZIONE INTRAPRENDENTE(4th Power)


-Percorso indicizzato per una rapida consultazione

A. Indice di consultazione
B. Il Crepuscolo in breve...




Conclusioni e promesse per il futuro...








100 TESI DELL’IDEALISMO
POSTSTORICO









LA VOLONTA’ LIBERA L’UOMO DAL DESTINO DELL’ANNICHILIMENTO


















AURORA DELLA VOLONTA’







Tesi n°

1. Chi percepisce un senso d’insoddisfazione e frustrazione di fronte
all’inevitabile consuetudine della sofferenza arrecata a se stessi e
agli altri, ha colto il primo segno della disarmonia esistente tra i
valori culturali condivisi e la realtà per certi versi in
contraddizione con i postulati mentali che possediamo come
bagaglio culturale.
2. La distanza percorrente ciò che è giusto da ciò che è in realtà, si
palesa nella messa in discussione delle apparenti convenzioni
sociali che riportano globalmente la visione speculare e riduttiva
di quanto siamo in grado di comprendere ciò che è concernente
alla nostra esistenza, le nostre interazioni sociali e le nostre
opinioni che riteniamo orientative nello svolgere il nostro ruolo.







3. Difficoltà principale di un’estensione del proprio prospetto critico
è l’isolamento e successiva stigmatizzazione che avviene quando
si pongono dubbi su ciò che viene ritenuto valido dalla
maggioranza sociale e per questa ragione si viene posti alla gogna
in quanto ogni sovvertimento viene percepito come dannoso e
oscuro nei confronti della labile stabilità che mantiene eretta
l’impalcatura dei nostri giudizi e consuetudini.
4. La complessità del reale e la carenza di verità assolute pongono
necessari dubbi sulla condotta abitudinaria del pensiero che
appiattisce e conforma i sussulti di cambiamento.
5. L’istituzionalizzazione funzionale dei ruoli iscritti nel gioco delle
parti vanifica i pensieri e le azioni di coloro che si attivano per un
cambiamento, sia nel singolo campo d’influenza che nella
prospettiva globale determinata storicamente.









6. Il godere di alcuni e l’agonia di altri deve indurre ad agire affinché
questa disparità venga colmata. Al pari la mancanza di sensibilità
sulle questioni inerenti le difficoltà altrui deve essere da monito
per ricordarci che l’impegno ad agire sarà ostacolato soprattutto
dall’egoismo altrui e dalla sufficiente ipocrisia con cui spesso si
trattano le questioni umane e nello specifico le sofferenze di essi.
7. Seppur possa sembrare chimerica la VOLONTÀ DÌ CAMBIARE IL
MONDO, è necessario ricordarsi che i grandi processi di
cambiamento nascono (ma non necessariamente costruiti e
contestualizzati) da grandi idee che anche grazie a Volontà di
ferro possono trovare una collocazione e un’attuazione che
validifichi i propositi. Il cambiamento consta di un lungo e
tortuoso percorso che nel suo avanzare troverà sempre maggiori
difficoltà, ma questo non deve destare dal compito prefisso
perché è nostra natura avere scopi e cercare di raggiungerli e per
questo sollecito chiunque a non demordere nonostante le
avversità.









8. È innegabile che la volontà non ha una forza superiore agli eventi
che in un modo o nell’altro imprigionano noi nelle circostanze
presenti ma è pur vero che una volontà tenace e una mente
capace di cogliere le aporie, possono scalfire (con questo
rimando alla lenta processualità dei cambiamenti) i baluardi
nemici che cerchiamo di colpire.
9. Il vuoto della civiltà del disincanto provoca un morboso
attaccamento su ciò che vanamente riempie le nostre giornate.
La solitudine costruita ad arte da chi vuole l.uomo in balia di false
passioni arricchisce coloro che nell.uomo riconoscono un
grottesco valore di mercato o di consenso. La SOCIETÁ DÌ
MASSA si configura adesso come SOCIETÀ DEI SINGOLI
INSIGNIFICANTI DELL.ANARCOINDIVIDUALISMO.
La massificazione ha lasciato il posto all.annichilimento
personale e ciò non può esser più tollerato. Purtroppo
l.evanescenza della biasimata massa si è dissolta nei fumi delle
ambizioni e dei desideri personali sovrapponibili alla Società
stessa nella sua unione.
10. La vita non è descrivibile secondo nozioni di merito o di
demerito: possiamo solo darle indirizzi.



LA LUCE ACCECA GLI UOMINI STOLTI



11. L.idealismo costruisce percorsi atti a raggiungere scopi; La
costruzione dialettica e la chiarezza d.intenti producono naturali
diramazioni che accertano la validità dei contenuti posti in
programma.
I dualismi che perdono significati nella pragmatizzazione
risultano infondati e storicamente superati. La dialettica
costruttiva è quella basata sul discernimento dei valori presenti e
l.assunzione di determinati setacci culturali che pongono a
paradigma la commistione sinergica di elementi socioculturali e
politici anche distanti tra loro ma organicamente giustapponibili.
12. La presentazione di un orientamento critico parte da una
propedeutica iniziale all.interno delle istituzioni in cui vengono
veicolati i Saperi. La Cultura, essendo fenomeno a impatto corale
ma discriminata necessariamente da una minoranza d.individui
che per una ragione come un.altra s.incaricano di convertire le
sensazioni e le atmosfere ideali del suo Tempo in Sapere dinamico
performante, deve essere costruita sul primo stadio dello sviluppo
idealistico del nostro Tempo: la fase dell.accrescimento spirituale
a fronte del dilagare dell.assolutizzazione del nichilismo
individuale.



13. In una dialettica di analisi dei Valori correnti, è da mettere in
conto il fenomeno definito Divismo. Esso consta della
mitizzazione di personaggi più o meno pubblici, specialmente
dello Spettacolo, che attirano l.interesse su di sé proponendo,
indirettamente o direttamente, usi, costumi e perfino le condotte
di comportamento da adottare e influenzando così una vasta scala
di persone definibili “pubblico delle correnti mediatiche”.Se la
critica a essi finisce per stagnarsi in un moralismo da opinionista
televisivo (che è a sua volta funzionale per l.affermazione del
personaggio) allora è bene disaminare con oculatezza oggettiva le
modalità con cui avviene questo veicolamento valoriale e cercare,
dunque, di porre nuovi obiettivi e critici focus al fine di
ridimensionare questo fenomeno che sicuramente è segno di un
imbarbarimento culturale e, senza dubbio, anche civile.
14. La ricerca di un ricettacolo di Volontà comune deve disporci a
unire le nostre forze con abnegazione per raggiungere il fine
ultimo della creazione di un compatto gruppo dai comuni intenti
ma diversi nella loro visione specifica; quest.ultimo passaggio è
fondamentale per una semplice ragione che intendo esprimere
concisamente: il libero pensiero collabora nell.agire ma mai si
assimila.





15. La fruizione continua e seguitata di modelli evocatori di edonismo
disimpegna e destruttura la logica individuale delle personali
azioni regolate in funzione del mutuo sostegno e dell.armonica
collaborazione civile. É Una priorità assoluta ristabilire e
ristrutturare la scala dei valori che pone a suo fondamento principi
quali la mutualità e l.ordine in chiave umana e non repressiva
evitando quindi il progressivo procedere verso un probabile futuro
in cui le distanze tra classi di appartenenza sociale aumentino e
risultino non più organicamente contingenti. Lo sviluppo
sostenibile di una Società si basa sulla libera competitività dei
suoi singoli senza restrizioni di alcun tipo specialmente quelli di
origine e provenienza cercando, ove possibile, di restringere gli
sfoghi di frivolezza contenutistica e assumendo l.esercizio
dell.autocritica come garante dello sviluppo del singolo e della
Società.
16. La devianza del culto della trasgressione che tanto è cara ai
cosiddetti “Radical Chic”, vanifica il senso stesso di trasgressione
poiché l.adorazione passiva di essa e la sua assunzione abituale
nel comportamento, la legittima come tale e perde così la sua
naturale tendenza a generare radici di crisi nei costumi (e a volte
nei pensieri) della Società in cui si presenta.
La trasgressione, sottolineo in ultima istanza, risiede nelle idee e
non nelle manifestazioni apparenti, disdicevoli sì per alcuni, ma
sicuramente fini a se stessi per la portata di significato.





17. La politica del moderato e dell.estremista non giungono a un reale
risultato che abbia reali conseguenze sul piano societario:
ambedue infatti s.istituzionalizzano a tal punto che i propositi
messi in atto nelle loro intenzioni, rientrano esclusivamente
nell.ideologizzazione,o addirittura strumentalizzazione, delle idee
poste in essere e ciò comporta un inesorabile cesura che si pone
tra le strategie e i risultati effettivi. Anche se è inevitabilmente
logica la loro presenza almeno come garanti di uno Stato e di una
sua Democrazia, i partiti e i movimenti sono destinati, per la loro
intrinseca natura, alla loro autodissoluzione in quanto il valore
rappresentativo che essi supportano decresce in maniera
inversamente proporzionale all.incremento della Sfiducia e del
Disinteresse del popolo referente.













18. L.informazione delle grandi Testate è pilotata dalle necessità dei
loro Editori che risultano essere coatti dagli interessi di natura
politica ed economica che inficiano la neutralità e lo spirito
giornalistico che dovrebbero essere i costituenti fondamentali del
cosiddetto “quarto potere”.La nuova informazione dovrà basarsi
pertanto su autonomi e cooperanti piccoli gruppi editoriali che
garantiscano al lettore-uomo una prospettiva di vedute ad ampio
raggio e mai falsificate dagli oligopoli del potere transinformativo
che inevitabilmente interessa le tipologie d.impresa editoriale
citate precedentemente. É da sottolineare,inoltre,che una
miglioria essenziale nell.avanzamento verso un „informazione
intraprendente(vedasi La Nottola di Minerva e l’Informazione
Intraprendente) è la processuale analisi ipercritica dei fatti e
delle questioni prese in esame al fine di sviscerare le intime
nature del nostro Tempo e della nostra Società garantendo in tal
modo al fruitore della Notizia una completa mappatura
informativa atta a dare una conoscenza concreta di ciò di cui si
sta trattando. L.informazione non deve dare un.idea più o meno
falsificata dalle personali interpretazioni ma deve dare una
completa e funzionale conoscenza all.uomo di oggi investito
dalla moltitudine spasmodica d.informazioni incomplete del
nostro tempo.









19. Le due anime di una realtà sociale sono l.Ordine e il Caos,la
pulsione di Marte e lo spirito di condivisione di Venere; La Storia
si articola su queste due armoniche anime oppositrici,
alternandosi e compenetrandosi vicendevolmente, generando il
flusso costante/incostante della crisi/rottura della nostra vita e
cultura storicamente determinate. Nel tempo nostro, in questo
tempo dalle fasi lunari irregolari, si assiste allo sconvolgimento di
tale binomio, preannunciandosi una Società che della Velocità e
dell.utile formale ha fatto suoi imperativi categorici, cedendo
volentieri alle lusinghe di una deriva indorata di progresso ed
evoluzione catartica di una fantomatica evoluzione storica e
tecnologica. A questo l.idealista deve porre rimedio, a questo il
sognatore pragmatico dello Spirito deve dirigere i suoi sforzi
immani cercando di riequilibrare il rapporto binomiale
dell.armonia costitutiva partendo dalla disamina di contraddizioni
ed errori e, ponendo soluzione e copertura alle falle concettuali e
fattuali del mondo degli uomini, ristabilire un ordine reale ai
Valori dell.orientamento socio-culturale.











20. Il culto della Democrazia, quella credenza secondo cui essa sia la
più evoluta e la più umanamente possibile forma di gestione e
condivisone del potere all.interno della Società, risulta essere un
mero artificio formale che pone al suo interno insanabili
contraddizioni(vedasi Tesi d’ Appendice per approfondire
l.analisi delle contraddizioni solo citate in questa
tesi).L.Idealismo Poststorico propone l.alternativa, ma
logicamente conseguente allo sviluppo della democrazia e dello
stato di diritto, della Sinergica Società Equipotenziale
Differenziata (Sed Society)*.




*V. Manifesto orientativo Idealismo Poststorico e Tesi d’Appendice












LA MEDIETÀ DEI MALI È LA CONSAPEVOLEZZA







21. L.eterno confronto storico-culturale tra Idealismo, afflato
dell.Anima sul Mondo, e Utilitarismo concettuale* (da non
confondere col semplice Utilitarismo Etico),costruito e mostrato
sotto diverse spoglie, ha conosciuto i suoi materiali albori
dall.ancestrale sviluppo dell.umana Coscienza.


Attualmente nel predominio della Coscienza, l.Utilitarismo ha un
maggior peso e affluenza,considerando che il suo maggior favore
deriva dalla commistione sofisticata di Metafisica rivelata delle
Grandi religioni(svuotate del loro apporto valoriale e consacrate
al loro rito in funzione prettamente strumentale esterna)e d.
ideologie societarie di stampo tecnocratico e neoliberista.

Questo sbilanciamento porta come ragionevole conseguenza,se
non come destino ineluttabile, un.intensificazione strumentale
della sublimazione(e conseguente alienazione)delle facoltà e delle
aspirazioni umane, garantendo precipuamente il controllo e il
dominio culturale e stigmatizzando(e necessariamente
segregando) coloro che hanno mantenuto ,e oggi mantengono,
uno status di liberi pensatori,sognatori politici e uomini dal
fideismo missionario,trovando spesso l.avvallo dell.ignobiltà
popolare facile ad essere soggiogata al volere verticalmente posto.






Nelle successive tesi(22-30) cercherò di mostrare lo sviluppo
dell.Idealismo, articolando processi storici e culturali di pubblico
dominio conoscitivo, portando alla consapevolezza che
l.Idealismo è un pericolo per chi detiene lo status quo di ogni
tempo e come esso può oggi ridare Vita all.Uomo nell.Era
poststorica.


























*Utilitarismo Concettuale:Tendenza di pensiero, riscontrabile in
diverse forme e gradi di sua applicazione in tutti i campi dello scibile
e dell.agire umano,che pone al suo centro la Volontà di ottenere
concreti benefici a soddisfazione dei desideri, delle Curiosità e delle
Voluttà Umane, e teorizzando un.immediatezza e conoscibilità
empiricamente testabile delle Verità attraverso retoriche demagogiche
e corrispondenze di paradigmi scientifici, destina il resto dello spettro
delle conoscenze e delle Volontà umana a semplice speculazione
(o farneticazione) di un.umanità incapace di assecondare questa
metodica strumentale dell.esistenza. La connotazione Etica
dell’Utilitarismo(tengo a precisare per evitare facili paragoni con
quello concettuale)seppur presente nel cuore di quello concettuale, si
definisce come la semplice ricerca di opportunità di soddisfazione dei
bisogni personalistici, contravvenendo alla Moralità manifesta
socialmente(ma non necessariamente condotta dagli individui
globalmente) che pone un certo valore alla trasparenza e alla genuinità
comportamentale, e suscitando quindi disapprovazione in quanto
l.Utilitarismo Etico genera istinti di sopraffazione e macchia
inevitabilmente le relazioni umane nella loro intrinseca natura di
complicità tra individui basata sull.equilibrato scambio di forze e
possibilità.

Utilitarismo concettuale:Metodo di ricerca e di Agire

Utilitarismo Etico: Ricerca egoistica di trarre vantaggi, soprattutto soddisfazioni di
Voluttà, anche sovrapponendosi alle altrui facoltà.


22. La nascita dell.Idealismo (o perlomeno la sua iniziale comparsa)
si può collocare essenzialmente con il manifestarsi delle ritualità
sociali e quindi con la messa in comune di precetti valoriali di
regolamentazione comportamentale e conoscitiva, che servissero
da collante e da orientamento.


Ovviamente lo scatto successivo che determina un.Idealismo
quasi completamente scollegato da una certa meccanicità, avviene
nella fase della mitizzazione, i cui personaggi, di diversa sorta,
incorporano questo bagaglio culturale, e prospettandosi ai
contemporanei e ai posteri quali baluardi ultimi della cultura e
della ritualità ad essi connessi, superano i limiti dell.Uomo
“normale” per essere “apoteosizzati”.



23. L.Apoteosi, il divenire praticamente un Dio (o almeno non sullo
stesso piano della medietà umana) destruttura la visione del
Mondo in una prospettiva a piani gerarchici, a ricerche di
disvelamento (Verità) ed a una Consapevolezza che l.Uomo
Faber et Sapiens fosse in grado di capire e plasmare la Realtà.
Questa centralità rimarrà tale fino alla sua demistificazione
apportata dalla crisi/continuità della svolta metafisica
dell.Occidente nel protocristianesimo prima e nella torbida


(se mi si consente di definirla tale) Autocrazia Clericale
(Medioevo Cristiano).




24. Lo stadio successivo è quello trascrivibile come Umanesimo
Intellettuale, cioè una riproposta della centralità umana nel
pensiero e nelle opere. Questo processo era però limitato ai circoli
dell.alta Cultura europea e ciò comportò (pur essendo una
causazione degli eventi socio-culturali successivi) una ristretta
opera di rigenerazione e reale cambiamento all.interno delle
Società di quel tempo. Contemporaneamente si realizzarono le
Summa delle scoperte filologiche (con la fiorente riscoperta della
Classicità) e la sinterizzazione delle basi del futuro pensiero
politico-culturale e, soprattutto, si crearono le condizioni di un
particolare sviluppo economico e sociale che traghettò l.Europa
infausta del medioevo verso la proiezione del Mondo Moderno.
Per quanto riguarda l.Idealismo, esso si colloca perlopiù nelle
officine della Cultura di stampo classico come soggetto di opere
letterarie e disputationes di Filosofia ed Esoterismo.
Risulta essere lontano ancora l.abbaglio Idealista che farà nel
Pensiero Romantico e Decadènt il motore precipuo di ogni agire.

























25. Nel nostro percorso storico adesso troviamo un aspetto che è da
fondamento alle future caratteristiche dell.Idealismo: La centralità
della figura Innovatrice, capace di assorbire le tendenze del suo
Mondo e Tempo, e creare un.alternativa che sia accettabile per le
strutture del presente e proiettabile idealmente verso un
progressivo futuro. Volendo descrivere un esempio che deve
essere decontestualizzato dall.ambiente di riferimento e
considerato secondo l.aspetto enunciato precedentemente,
possiamo rifarci, come Emblema ideale di questo nuovo processo,
all.abate Martin Lutero, padre della crisi dottrinale e istituzionale
(portatore, tra l.altro, della prima vera crisi del potere
centralizzato della Chiesa Romana)che sconvolse l.assetto
istituzionale (e il rapporto con la Fede) dell.Europa a cavallo tra il
1500 e il 1600. Prendendo spunto da questo controverso
personaggio della cristianità moderna, è evidente il nuovo
rapporto tra figura centrale, e spesso controcorrente, e istituzione
di riferimento che cerca di ristabilire un ordine di potere
ascrivibile forse in passato ma non più tangibile nella sostanza
fattuale: infatti restano retrograde e incapaci di evolversi ed
adeguarsi le varie istituzioni che prescrivono la loro esistenza
verso un destino di decadimento e probabile dissoluzione mentre
una folta schiera di figure prende possesso del nuovo corso degli
eventi.


Questo processo si ripresenterà in altre occasioni storicamente
determinate come il pregresso della rivoluzione francese con i


Philosophes parigini e tutta l.Intellighenzia dell.Encyclopédie che
hanno pesantemente condizionato le sorti di una situazione storica
- politica (avallati, tra l.altro, da una considerevole incapacità
economica-sociale della Corona francese) che storicamente
conosciamo. Riassumendo il tutto, possiamo rilevare in ultima
istanza, che il periodo che precede lo spirito Romantico e l.era
delle masse sia fortemente caratterizzato da una particolare
centralità della figura innovatrice in aperto contrasto con le
istituzioni dello status quo che risultano essere incapaci di
rispondere ai nuovi cambiamenti del tempo a loro contestuale.






























26. L.800.; La Germania;Questo è il tempo;Questo è il luogo.


Queste sono le coordinate dell.Aurora dell.Idealismo Moderno,
dell.Idealismo performante, dell.Idealismo Materialista,
dell.Idealismo guida d.interi popoli.

La sentenza della Storia porta in essere il giudice Hegel che nella
sua assolutoria condanna dell.uomo e della sua storia, lo Spirito
Assoluto, richiama i suoi discepoli alla forza pulsante del pensiero
ed alla sua connessa facoltà plasmante, aleggiando i culti
dell.Infinito, del travalico del limite, della superbia degli umili.
Marx assapora la forza del suo tempo e ristabilisce connessione
ad un idealismo astratto (forse Metafisico), e da valenza politica
all.idea di Sistema. La guerra dei popoli, delle classi, portano alla
decadenza gli intellettuali, spaesati, non più fruitori di otium, ma
sostenitori attivi del negotium. L. impegno, l. engagement dirà
Sartre, si configura in virtù e dovere dell.uomo sapiente.

L.umanità conosce la sua omologazione, la sua alienazione,
portandosi il gravoso compito di costruire( o distruggere) il suo
essere nel mondo.










27. Figure profetiche, poco comprese, spuntano nel guazzabuglio
delle correnti, e degli occhi afflitti e lungimiranti dell.uomo che in
Socrate riconosceva l.Estetica censoria in virtù della Ragione
raggiungono il tempo del nuovo destino mondiale. Si palesa
l.uomo che schiarisce il mondo valoriale, Nietzsche, che con


il “Dio è Morto” (non ontologicamente parlando) costruisce il
simbolo di quel fine „800. Nella servitù a Valori - cadavere che
crea dominatori e dominati, Nietzsche invoca la Volontà di
potenza per ribaltare lo status quo della decadenza occidentale,
prefigura l.uomo nuovo, il pigmalione che vuole vivificare
un.umanità bronzea e corrosa, l.OltreUomo(e non il Superuomo
come di solito erroneamente si traduce il termine).

L. Abendland (la terra del tramonto) con il Nichilismo imperante
tornerà(o forse non è mai andato via) nel mondo degli uomini.

E da qui, l.idealismo, nella sua gestante nascita e sviluppo,
calcherà prepotentemente le sorti del „900…


















28. Il „900, il tempo delle masse e degli eventi di massa, dei
totalitarismi che hanno cercato di sperimentare le lezioni dei
maestri dell. 800, del mondo globale e dei singoli individui
perduti nella marea del mondo senza confini.


Fino alla seconda guerra mondiale prima, e fino agli anni .80, poi
l.umanità ha cercato di rifarsi da sé, di sperimentare un nuovo
mondo che avesse in seno una matrice: gli ideali. Che ci sia
riuscita, la risposta sta nella dissoluzione di tali ideali.





29. L.unica idea che in due secoli sia riuscita ad affermarsi e continua
tuttora a sopravvivere è il capitalismo: unica matrice dell.uomo
nuovo che in castelli d.oro ha posto le sue chiese, in biglietti
filigranati i suoi rapporti, in sogni di ricchezza e d.ambizione il
suo Verbo.





















Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?

E quelli gli fissarono trenta monete d’oro

 Mt. 26,15





30. < Ogni uomo ha il suo prezzo.


 chi dice di non averne aspetterà di certo una cifra più alta>



Questa “Massima” denigratoria per l.Uomo è l.infima legge

che regola(surrettiziamente e non) il nostro tempo,

il tempo del disincanto.





31. Il mondo del lavoro è univocamente proteso verso la produzione
di profitto e fasce di mercato. Seppur riduzionista (e a tratti
semplicistica), la definizione data sulle tendenze presenti in
questa realtà è orientativamente configurante in tal enunciato.
Posto quindi come tale, risulta essere logicamente necessaria la
conseguenza secondo cui il mercato ricerca la sua sopravvivenza
a tutti i costi e in particolar modo nella barbara mercificazione



della vita e dei Valori. Si configura, perciò, una natura dei rapporti
umani descrivibile sinteticamente come “rapporto di scambio
sociale”, il cui motore è realizzato nella condotta ossessiva del
DO UT DES (do perché tu mi dia ndr.).




32. La Globalizzazione ha spinto i mercati a seguire la linea della
mobilità e della flessibilità, rivoluzionando l.idea stessa del
lavoro. Per questo le aziende non organizzano i loro investimenti
su lungo raggio ma scelgono la strada delle programmazioni
contrattuali che si concentrano su mercati sicuri e su prospettive
(circoscritte nel tempo) di guadagno costruite sulla fiducia a
lavori e commesse ad alto grado probabilistico di riuscita.
Inevitabile risultato di ciò è il lavoro a contratto, a tempo
determinato, precario per intenderci, che nella sua esasperazione
giunge al lavoro interinale. Il posto fisso, culto e aspirazione della
piccola Italia lavoratrice, è sempre più un miraggio. Se ciò non
bastasse, all.interno di questa congiuntura abbiamo anche le
percezioni sociali dello sciacallaggio dei posti di lavoro, dello
scavalcamento barbaro e pilotato nelle graduatorie degli enti
pubblici (processo ben noto al Sud ma che adesso si è largamente
affermato nel Belpaese) e il più temuto, a mio avviso:
l. immobilità sociale.







33. L.immobilità sociale è un argomento fondamentale (posto che si
abbia una minima infarinatura socio-economica) per due
eloquenti e (a mio avviso) ovvie ragioni: La prima è che una
Società che non garantisce pari possibilità di cambiamento socio-
economico tende ad una pericolosa polarizzazione dei gruppi
sociali, cadendo nella stigmatizzata definizione (e sostanza) di
casta, comportando di conseguenza una contraddizione nei
confronti dello Stato di Diritto.


La seconda ragione, concatenata logicamente con la prima,
determina che una Società non variata nei suoi costituenti e nelle
sue forze di sviluppo di risorse umane, costruisce un.impalcatura
ideologica di tipo disfattista che isola gli individui, con le loro
aspirazioni e il loro probabile contributo all.organismo societario,
in sacche di contenimento che costringono gli aventi parte in
Volontà autosufficienti e slegate dall.idea di contribuire
attivamente (e sentirsi parte) dei processi civili e politici.
Gli sforzi dei singoli ricadono perciò in pratiche diversive quali il
consumo autorealizzante (psicosocialmente) e l.edonismo
assuefante che calca la mano sulla grettezza egoicistica, sfaldando
di conseguenza ogni principio di aggregazione e di rapporto
socio-culturale reale, dissolvendo così l.integrità del singolo e
della società nei fumi idolatri dei menefreghismi particolaristici e
torbide regole di comportamento stabilite sull.essenza del
reciproco opportunismo di fondo.